Una buona igiene orale, insieme a regolari cure dentistiche, è il modo migliore per limitare possibili peggioramenti ed effetti collaterali dovuti a malattie sistemiche o alle loro cure.
Tra queste rientra anche l’osteoporosi, patologia spesso connessa alla parodontite, con cui condivide alcuni fattori di rischio e conseguenze. Un’attenzione particolare per i soggetti che manifestano entrambe le condizioni è quindi essenziale per garantire trattamenti efficaci e ridurre il rischio di complicanze.
Osteoporosi: di cosa si tratta
Parafrasando la definizione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’osteoporosi è una malattia progressiva che provoca un indebolimento delle ossa e una maggiore predisposizione alle fratture. Queste ultime interessano soprattutto femore, vertebre e polso e – secondo i dati del Ministero della Salute – sono particolarmente frequenti dopo i 65 anni di età. L’osteoporosi è più diffusa tra la popolazione femminile in post menopausa, anche per via del legame tra malattia delle ossa e calo della produzione di estrogeni (ormoni sessuali femminili), provocato dalla menopausa.
Ma questa è solo una delle possibili cause dell’osteoporosi, che si associa anche a predisposizione genetica, patologie croniche, terapie farmacologiche lunghe e fattori comportamentali. La diminuzione della densità minerale ossea e la conseguente riduzione della resistenza dello scheletro, infatti, possono essere correlate anche a stili di vita non adeguati come un’alimentazione povera di calcio e vitamina D, la mancanza di attività fisica, il tabagismo. Alcuni di questi possono essere corretti e prevenuti fin dalla giovane età, ovvero quando il processo di formazione delle ossa è in corso o in stato di equilibrio.
Più in generale, però, è importante che alla diagnosi di osteoporosi seguano adeguate terapie anti-riassorbitive per limitare l’occorrenza di fratture e le relative ripercussioni sull’abilità motoria e, nei casi più gravi, sulla mortalità dei pazienti che vi incorrono.
Osteoporosi e parodontite: sono correlate?
Indicatori di rischio comuni all’osteoporosi e alla parodontite (età, genere, abitudini alimentari) rendono piuttosto comune la compresenza di queste patologie nei soggetti anziani, con conseguenze di vario tipo.
La correlazione tra malattie orali e sistemiche è infatti studiata da tempo e ha confermato come la salute della bocca e il controllo di infiammazioni come la parodontite abbiano effetti positivi sulle condizioni di salute generali, nonché sull’efficacia dei trattamenti.
Tuttavia, l’assunzione di farmaci anti-riassorbimento osseo (bifosfonati e monoclonali, come il denosumab) impiegati per la cura dell’osteoporosi, ha generato di recente alcune preoccupazioni nei pazienti che temono di andare incontro a osteonecrosi dei mascellari: una possibile complicanza che provoca l’infiammazione e la necrosi dell’osso con problematiche dentarie severe.
Osteonecrosi dei mascellari: timori e rischi
Per prima cosa, è bene ricordare che il rischio principale di osteonecrosi mascellare si verifica in caso di estrazioni dentali con esposizione dell’osso per oltre 8 settimane. Ecco perché è importante che le eventuali operazioni chirurgiche in pazienti con osteoporosi siano valutate attentamente dall’odontoiatra, che dovrà occuparsi innanzitutto del trattamento di eventuali patologie parodontali. Questo servirà non solo a ridurre la necessità di rimozione dei denti, ma aiuterà a prevenire infezioni e infiammazioni che sono alla base dell’osteonecrosi.
È inoltre importante evidenziare come il rischio di fratture causate dall’osteoporosi sia di gran lunga maggiore rispetto a quello di osteonecrosi dei mascellari da bifosfonati orali (stimato in 0,7 casi per 100.000 anni-persona di esposizione). Si tratta quindi di un caso molto raro che va evidenziato come tale al paziente e ai suoi caregiver per evitare che la terapia anti-fratturativa venga interrotta.

Osteoporosi e impianti sono compatibili?
La collaborazione tra dentisti e medici specialistici e di base e la trasmissione di informazioni tra gli uni e gli altri è fondamentale anche quando si tratta di impianti.
Spesso la parodontite provoca problemi di osteopenia, ovvero la progressiva demineralizzazione delle ossa che finiscono per assottigliarsi e indebolirsi. Una condizione che può ostacolare il posizionamento e la tenuta degli impianti, nonché le procedure di ricostruzione.
D’altra parte, l’osteoporosi può creare le medesime difficoltà, e – pur non essendo in assoluto un impedimento alla realizzazione di protesi – quando le due patologie convivono è importante che sia fatta un’accurata valutazione della qualità ossea del paziente per scongiurare il pericolo di infezioni e altri disturbi.
Dunque, come nel caso di altre malattie sistemiche, anche l’osteoporosi dovrebbe essere sempre più oggetto di un confronto che coinvolge non solo i medici specialisti delle ossa ma anche i dentisti, che molto possono fare per prevenire e migliorare la condizione di salute orale e generale dei pazienti.
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